I "Comandamenti" di Mourinho!!

APPIANO GENTILE, 16 luglio 2008 - "Basicamente" è una rivoluzione, anche se lui non lo dice. "Basicamente", unica concessione a un italiano più che soddisfacente, Ibrahimovic, Materazzi e il resto dei giocatori avranno davanti un periodo intenso come lo sguardo dell’uomo di Setubal. Che parla di tutto, senza risparmiare toni severi e qualche frecciata.
SI COMINCIA - E’ il giorno dello sbarco di Ronaldinho a Milano, definito "un fatto positivo per il calcio italiano". Ma alla Pinetina c’è grande curiosità per José Mourinho. Lo "speciale" non delude. Elegante in un completo scuro, taccuino aperto sul tavolo. Parla con la stampa dopo il primo contatto avuto con i giocatori questa mattina alle 9. C’erano tutti: i reduci dall’Europeo (Chivu, Materazzi, Ibra, Vieira), i convalescenti (Samuel, Cordoba, Dacourt), i nazionali sudamericani (Zanetti e Maicon).
AMBIZIONE - Ecco una sintesi delle parole di Mourinho, tutte d’un fiato. Il primo colloquio lo descrive proprio Mourinho: "Sono arrivato prima di tutti, ho detto poche parole, li ho osservati. In tutto ci siamo parlati per 25 minuti: li ho visti attenti, concentrati, ho avuto sensazioni positive. Ho parlato delle mie idee tattiche, delle regole di allenamento, del codice che deve esserci tra noi. Per me conta il buon senso. Non posso chiedere a loro cose che io non potrei fare. Se arrivo tutti i giorni un’ora e mezzo prima dell’allenamento, non posso accettare che uno di loro arrivi in ritardo. Le multe? Quelle sono solo uno scherzo per chi guadagna milioni. Chiedo solo rispetto. Io non aspetto nessuno, e se qualcuno viola le regole va a casa. E in tribuna".
FILOSOFIA - "Il vincente è quello che dopo aver vinto ha ancora voglia di farlo. E’ molto facile e al tempo stesso molto difficile lavorare con me, tutto è chiaro, organizzato, senza dubbi. Le cose si dicono faccia a faccia, tutti devono pensare come me, ci vuole passione, rispetto, ambizione senza limiti. Sono aggressivo nello stabilire gli obiettivi, ma non mi sento un rivoluzionario, non voglio esserlo. La mia filosofia di vita è anche quella di allenare: onestà, ambizione e carattere sono qualità che non vorrei perdere mai".
IL MERCATO - Su Lampard. "E’ un giocatore del Chelsea e non voglio mancare di rispetto ad altri club, tutti sanno che tipo di rapporto c’è tra me e Frank. Sì, ho bisogno di un altro centrocampista, l’ho detto ai giocatori oggi, devono sapere tutto di quello che chiedo alla società. Mi piacerebbe tanto averne uno con qualità diverse rispetto a quelle che ci sono oggi nella rosa. In serie A c’è un calciatore che mi piace molto, ma non fa parte delle grandi". L’attacco. "Abbiamo sei punte, è vero, sono tante e non si potranno fare felici tutti. Tre giocheranno, due andranno in panchina. C’è tempo per lavorare e decidere, nessuno di loro è un bidone". Quaresma. "Mi piace, ma devo rispettare il suo club". Stankovic. "Non è un problema, è una soluzione. Gli ho già detto che per me all’Inter non è mai stato quello della Lazio, è una sfida per me lavorare con lui per riportarlo a quei livelli". Burdisso. "Forse abbiamo troppi centrali, saranno sei quando tutti staranno bene. Io gioco con 2 centrali, uno va in panchina, 3 in tribuna. Vedremo, il mercato chiude il 31 agosto".
IBRA-ADRI - "Zlatan sarà pronto per la prima giornata di campionato. Adriano è felice, vuole lavorare, ma bisogna aspettare. Le parole sono positive, ma voglio più che le parole, domani dopo il primo allenamento dovrà essere veramente stanco. Ecco cosa voglio da lui".
IL PASSATO - "Il Mago Herrera, il signor ’acca acca’ ha una storia indimenticabile per il calcio italiano e per l’Inter. Io in questo momento non sono niente. Sono l’allenatore che vuole lasciare una traccia nell’Inter dopo averlo fatto con il Porto e il Chelsea". Su Mancini: "Non è bello paragonare lui e il suo lavoro al mio. Mancini è già nella storia dell’Inter, io no".
LA PUNTURA AD ANCELOTTI - Gli chiedono del derby e gli ricordano delle parole usate da Ancelotti qualche mese fa, quando il nome di Mourinho, che da calciatore non ha avuto gli stessi successi, veniva accostato anche al Milan. Lui ci pensa un po’, poi affonda: "Forse lui ha dimenticato che nella storia del Milan è Sacchi quello che ha giocato il miglior calcio. E Sacchi, come me, non ha giocato a calcio ad alto livello. Il mio dentista è fantastico, ma non ho mai avuto mal di denti...".
FELICE - "Il senso del mio lavoro sono i giocatori, mi piace lavorare con il presidente, con Branca e Oriali, ma il senso sono loro. Domani alle 10 sarò un uomo molto più felice di quello di oggi. E lo sarò ancora di più quando arriveranno le partite che mi emozioneranno, non quelle normali". Sì, è iniziata una nuova era.

Antonino Morici da Gazzetta .it



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