Io e l'Inter la mia vita!


MILANO - Questa la versione integrale della conferenza stampa di Javier Zanetti al centro sportivo "Angelo Moratti" in occasione della 600^ presenza con la maglia dell'Inter.

Zanetti: ci spiega il significato di tutte quelle fasce?
"Sono quelle più importanti e, per me, significative. C'è quella in ricordo dell'avvocato Prisco, c'è quella per Giacinto, la prima dedicata alla fondazione 'Pupi'.... Ci tengo molto perchè sono tutte davvero speciali".

Ce n'è una dalla quale, per niente al mondo, si separerebbe?
"Quella in ricordo di Giacinto Facchetti (ndr.: indossata in occasione di Fiorentina-Inter del 9 settembre 2003). Per il rapporto che avevo con Giacinto, per l'esempio che è stato per tutti noi, perchè è stato sempre presente in qualsiasi momento e, da quando è mancato, è impossibile per tutti gli interisti dimenticarlo. Una persona così non si può dimenticare... ".

Ci racconta le sensazioni di provate ieri sera, prima e durante Inter-Lecce? Non era una presenza come tante altre...
"Ho provato molta emozione, perchè 600 partite sono tante, soprattuto con la stessa squadra. Quella squadra che tredici anni fa mi ha aperto le porte e mi ha dato fiducia. E per questo ringrazio la famiglia Moratti. Quando sono arrivato ero uno sconosciuto, proveniente da una piccola squadra d'Argentina. Iniziavo a muovere i primi passi nel calcio professionistico ed avere la fiducia della famiglia Moratti è stato importante, soprattutto in una squadra con tanti campioni e con tanti traguardi da seguire. La fiducia della famiglia Moratti mi ha fatto crescere in fretta, sono arrivato giovane e trovarsi bene in una città molto grande come Milano non era facile. Ho fatto questo percorso insieme a loro e, sinceramente, sono molto felice di averlo fatto ed essere rimasto in questa società".

C'è la partita simbolo di Zanetti e l'Inter?
"Sono state tante partite importanti che hanno lasciato un segno, è difficile scegliere, ma la partita di Parigi (ndr.: la finale Uefa '98 contro la Lazio) con la vittoria del mio primo trofeo nerazzurro resta indimenticabile. Tra l'altro ho avuto anche la fortuna di fare un gol, un bel gol".

E potendo scegliere anche altre partite?
"Il mio primo impatto con San Siro, in uno stadio così grande con tanti tifosi: era la prima volta che mi capitava. Abbiamo vinto quella partita (ndr.: Inter-Vicenza, 27 agosto 1995) ed è stato l'inizio della lunga carriera. Anche la gara dello scudetto a Siena due anni fa è stata una data importante, vincere il campionato in quella maniera è un ricordo molto bello".

Adesso il futuro: dove pensa di arrivare?
"Mi auguro che ci siano ancora molte partite da giocare. Ieri erano 600, ma io penso già alla prossima, fare calcoli non serve...".



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