Sindrome di rigore!!

Roma, 25 ago. - (Adnkronos) - "A volte quando siamo condannati a vincere, qualcosa nel nostro cervello si inceppa e l'ansia da rendimento, da prestazione, sempre in agguato, prende il sopravvento, proprio su chi non potrebbe permetterselo: i leader, cioè coloro che devono sopportare e smaltire alti livelli di stress, perché il mondo intero ha gli occhi puntati su di loro". Rosario Sorrentino, neurologo, direttore dell'Istituto Ricerca e Cura degli Attacchi di Panico alla clinica Pio XI° di Roma, spiega così all'ADNKRONOS, cosa può capitare a un calciatore quando si presenta sul dischetto del calcio di rigore e perché a volte lo sbaglia, come è successo al capitano della Roma, Francesco Totti, ieri sera nella Supercoppa italiana contro l'Inter.

Ma gli esempi possono essere molti. "Nel momento dello showdown, emerge inaspettatamente tutta la loro vulnerabilità e fragilità interiore. Mentre, invece, se la cava meglio chi non ha niente da perdere, perché tutto sommato gli rimane 'il fascino del perdente'", aggiunge il neurologo in riferimento al capitano dell'Inter, Javier Zanetti, che non aveva mai calciato un rigore e lo ha messo a segno ieri.

Secondo il neurologo "ci vuole coraggio in certe occasioni". "Noi siamo particolarmente vulnerabili, perché mostriamo tutta la nostra incapacità davanti a stress straordinari che possono compromettere la nostra concentrazione e la nostra lucidità".

Si sono appena conclusi i Giochi Olimpici di Pechino. Anche lì lo stress ha deciso il colore di una medaglia. "Mentre i vincitori hanno il vento in poppa, perché il risultato ottenuto ha ampiamente elevato l'ormone neurotrasmettitore dell'onnipotenza e dell'euforia, la dopamina, coloro, invece, che tornano a casa a mani vuote, sentono un calo dell'umore, perché si sentono di aver tradito le aspettative di quel pubblico giudicante che tanto sentiva di condividere con loro una straordinaria vittoria".




Condividimi

vota su OKNotizie Fav This With Technorati
Posted in Etichette: , |

0 commenti: